C’è una domanda che occorre porsi prima di continuare: perché voler adottare un nuovo linguaggio che rappresenti lo Spazio-Tempo con continuità nelle immagini?

Che il mondo e la società in cui viviamo siano sempre in una evoluzione continua che interessa le abitudini, la cultura, le tradizioni pratiche e le discipline artistiche, è una constatazione ormai assodata. Per rendersi conto di tale fenomeno basta esaminare l’evolversi dei linguaggi artistici, ponendo semplicemente l’attenzione, per esempio a quanto succede nel luogo dove si abita.

Questo discorso è valido per tutte le discipline artistiche; la visione che si costruisce nella mente è quella che si ha non solo a partire da ciò che si vede con gli occhi, da ciò che è stato e dall’esperienza di vita, ma anche da ciò che non si vede.

Oggi oramai anche in tutte le discipline artistiche ogni autore è una unicità a sé, dove questo insieme di, anche eccellenti, unicità sta diventando un “rumore di fondo” nel panorama artistico, senza dare un’incisività di pensiero o l’identificazione in un concetto più ampio.

Ogni linguaggio vive un costante processo di modifica, di evoluzione per adattarsi al mondo nel quale viene usato. Pensiamo un attimo se un secolo fa avessimo utilizzato le parole: smartphone, computer, led, digitale e molte altre ancora, nessuno avrebbe potuto intendere di che cosa si stesse parlando.

Potremmo quindi dire che non parlavamo una lingua comprensibile?

No, oggi abbiamo solo trovato parole che indicano nuovi oggetti, concetti, idee.

Introdurre e sviluppare un nuovo linguaggio, e quindi nuovi concetti, nell’arte e nella società in generale per estenderne il campo di visione, non è qualcosa che deve preoccupare, spaventare o far gridare al sacrilegio.

Si tratta soltanto del normale sviluppo di un linguaggio visivo ed espressivo in evoluzione.

Veniamo quindi al fulcro di questo discorso, ossia il linguaggio visivo, che comprende tutta l’arte compreso quello dello Spazio-Tempo; questo è un concetto che ne contiene tre al suo interno:

il primo che rappresenta il solo Spazio, il secondo che rappresenta il solo Tempo e il terzo, quello che ci interessa, è ciò che rappresenta contemporaneamente sia lo spazio multi-prospettico sia la continuità del tempo rappresentato: lo “SpazioTempismo”.

Da sempre all’interno di una società il linguaggio dell’immagine è un elemento culturale potentissimo. Questo perché il linguaggio dell’immagine non è soltanto un insieme di figure o elementi grafici che servono a descrivere il mondo, ma è uno “strumento” che crea il mondo, perché è possibile pensare, rappresentare e parlare solo di ciò che si conosce attraverso il linguaggio; con nuovi linguaggi e modi espressivi si comunica e si crea ancora di più.

Un linguaggio che non si modifica è un linguaggio morto, e un linguaggio che non abbraccia l’“arte”, è un linguaggio che altro non fa che descrivere il mondo chiuso nel passato.